Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa by Emilio Gentile

Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa by Emilio Gentile

autore:Emilio Gentile [Gentile, Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica, Storia, Politica
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Giornate rivoluzionarie

La presenza delle folle a Versailles fu decisiva per il successo iniziale della rivoluzione antiaristocratica. Con il proprio sostegno e con la propria pressione, la folla spinse, i rappresentanti del Terzo stato alle decisioni risolutive per l’avvento della sovranità popolare. Ma ancor più decisivo e risolutivo fu il contributo delle folle rivoluzionarie di Parigi dopo la costituzione dell’Assemblea nazionale, che il 9 luglio si proclamò Assemblea costituente, per spingerla ad accelerare la rivoluzione contro ogni tentativo di reazione della monarchia e dell’aristocrazia, nuovamente alleate nella difesa dell’antico regime.

L’ambiguo atteggiamento del re e l’ostilità dell’aristocrazia fecero nascere fra la popolazione della capitale, all’inizio di luglio, la paura di un “complotto aristocratico” per stroncare con la forza armata la rivoluzione della nazione. In soli due giorni di insurrezione della folla, iniziata il 12 con l’incendio dei dazi e culminata il 14 con la presa della Bastiglia, Parigi divenne la capitale della rivoluzione popolare: gli elettori costituirono un Comitato permanente e una milizia borghese di 13.200 cittadini, per difendere la città da attacchi esterni e dall’anarchia interna. Nello scontro a fuoco con la guarnigione della Bastiglia ci furono oltre cento morti e feriti fra gli assalitori e sei o sette fra i soldati. Il governatore fu ucciso da un cuoco, che lo decapitò e issò la sua testa su una picca.

Atti di simile ferocia si ripeterono in altre occasioni, ma la crudeltà non fu tipica delle folle rivoluzionarie, che spesso agivano senza un piano preordinato, per reazione a situazioni contingenti, soprattutto per protestare contro la carenza o l’alto costo del pane e la mancanza di cibo.

I motivi politici tuttavia non erano assenti, anche se ridotti a formule elementari, che pure esprimevano una rudimentale consapevolezza della necessità di agire per difendere la rivoluzione. I capi delle folle rivoluzionarie erano gente del popolo, come il birraio Antoine-Joseph Santerre (1752-1809), che partecipò alla presa della Bastiglia e ad altre giornate rivoluzionarie, anche se le folle erano spesso incitate dai giornalisti e agitatori politici, come Camille Desmoulins (1760-1794), che provocò con i suoi discorsi l’insurrezione del 12 luglio.

La conseguenza politica della presa della Bastiglia fu la decisione del re di recarsi il 17 luglio a Parigi, dove fu accolto da una immensa folla, che gridava “Viva la nazione!”. Luigi XVI dichiarò pubblicamente di accettare la costituzione della Guardia nazionale, affidata al comando del generale La Fayette. Il re, inoltre, compì il gesto di appuntarsi al cappello la coccarda della milizia con i colori rosso e blu della città di Parigi, circondati dal bianco dei Borboni. Thomas Jefferson, che era nella capitale francese come ambasciatore degli Stati Uniti, scrisse: «Si tratta della scena più pericolosa tra tutte quelle cui io abbia assistito in America o che si sono svolte a Parigi negli ultimi cinque giorni. Ormai gli Stati generali sono totalmente al sicuro da ogni attacco, e si può anzi pensare che abbiano carta bianca».

La rivoluzione del Terzo stato non sarebbe stata vittoriosa né probabilmente possibile senza la costante presenza della grande folla, che fin dall’apertura degli



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